Swami Veetamohananda
VIVEKA CHUDAMANI
Il gran gioiello della discriminazione
(versetti 43-47)
Traduzione a cura di Amanzio Borio
Brahman , che è al di là delle qualità, senza relazione alcuna, l'essenza della Verità Suprema, l'indifferenza assoluta, può soddisfare l'intelletto del filosofo. Ma il cuore dell'uomo, a gran voce, domanda l'amore. Il neonato ha bisogno della madre, non della definizione filosofica esatta dell'Assoluto. Il vero Maestro spirituale è colui che ha raggiunto l'oceano del supremo Amore divino. Se il Maestro è infinito, come potrebbe il suo amore essere finito? E colui che possiede l'amore infinito, che bisogno ha di ricercare delle ragioni per amare? Il suo amore è oltre la ragione, generoso, indulgente e totale.
Ecco perché nel versetto quarantatré Shankara afferma che il Maestro perfetto dice al suo allievo con un amore infinito: "Oh! Discepolo prudente, non temere nulla! Non esiste alcun pericolo per te. C'è modo di attraversare l'oceano della vita del mondo. Io t'insegnerò questo metodo con cui i saggi hanno raggiunto l'altra riva".
Solo colui che è senza legami, senza limiti e unificato può spezzare i legami del mondo. Tutto ciò che è disperso è sotto l'etichetta di maya . L'uccello che è preso in una rete può forse aiutare quello che è in gabbia a liberarsi? Così, il liberatore deve venire dalle regioni del blu impenetrabile sulle ali della sovranità perfetta. Ed egli viene veramente con ansia, come cosa del cuore, il possessore dell'anima, e là, nel mondo interiore, inosservato, egli spezza i nostri legami esteriori. Egli è là per ridare la coscienza di sé all'anima smemorata, affinché l'uomo possa ritornare dallo stato disperso allo stato unificato.
44. "Esiste un metodo efficace per mettere fine all'orrore di questa vita nel mondo. Con questo, potrai attraversare l'oceano del mondo e raggiungere la beatitudine suprema" , afferma il Maestro.
45. "La meditazione sul significato della verità, così come insegnata nel Vedanta, conduce all'illuminazione suprema. Attraverso questo mezzo tutti i mali di questa vita nel mondo sono interamente distrutti."
La meditazione, cioè lo yoga , deve diventare la delizia dell'anima e non una tensione nervosa. Il modo per arrivarci è di amare la Verità. L'amore sboccia spontaneamente quando il contatto con la Verità, Dio, si colloca in un'atmosfera sacra. Dio, o la Verità, è Beatitudine e gioia ineffabili. Come potremmo ottenere la verità senza allontanarci dalle regioni ove la gioia non esiste? Perché ci aggrappiamo a ciò che è disperso? E' solo attraverso la meditazione costante che la conoscenza della nostra vera natura - Verità, Santità, Bellezza assolute sarà possibile. E conoscendola, non saremo mai più perduti nel deserto alla confusione. E conoscendola, sapremo dove scintilla la stella polare nell'oscurità del mondo. E non avremo più ragione di temere, non più esperienze terrificanti, non più orrore, non più punizioni... Noi sapremo che siamo divini!
46. "La fede, la devozione e l'unione costante con Dio attraverso la preghiera, ecco quali sono, per il cercatore, i mezzi di liberazione descritti dalle sacre Scritture. Per colui che si attiene a ciò, viene la liberazione da questo asservimento della coscienza fisica che è stata forgiata dall'ignoranza."
Allarghiamo la nostra visione e dirigiamo il nostro sguardo sulle persone di questo mondo infelice. Noi siamo sempre spaventati, abbiamo sempre dei dubbi e il nostro cuore palpita tutto il tempo. Ovvero, noi siamo come un topo che cerca un buco, un riparo sotterraneo, curiosamente, per non avere più paura! Abbiamo reso la superficie della terra troppo pericolosa per noi. Noi cerchiamo la pace in mezzo a una battaglia - con una grande conoscenza delle arti, della scienza e della tecnologia. Ecco l'uomo sapiens di oggi. Ecco dove siamo arrivati!
Ma anche in mezzo a questo triste dissesto, la via della liberazione resta aperta per noi. "Conosci te stesso", dicono le sacre Scritture, e tutte le nostre disgrazie spariranno per sempre. Mai più saremo assaliti dal dubbio o dalla paura. La realizzazione del Sé dev'essere lo scopo della vita. Se questo ideale viene mantenuto, tutto il resto tornerà al suo posto. I dettagli si sistemeranno da soli. Occupandosi solo dei dettagli, è impossibile controllare il senso della vita e ancor meno la realizzazione personale. Quello che è necessario è rimanere attaccati al pilastro dell'idea radice, cioè la fede. Allora perfino milioni di problemi non avranno più presa su di voi.
Noi siamo indeboliti, vinti, tesi e sfigurati dai problemi della vita perché, avanzando sul nostro cammino non ci dirigiamo verso la meta. L'inclinazione verso Dio trasforma "l'uomo insetto" strisciante in un eroe conquistatore. Dio è al di là dei nostri bisogni. Egli è il senso di tutti i nostri bisogni. Egli è l'apoteosi della nostra realizzazione. Manteniamo questa certezza, manteniamo la fede!
Solo la devozione è forza. Solo la forza nata dalla devozione è vera ricchezza. Il Signore, cioè la Realtà, si manifesta unicamente nella forza ( shakti ) nata dalla devozione ( Bhakti ). Quando possediamo questa forza, possiamo essere spaventati da una tempesta in un bicchier d'acqua? Colui che possiede la vera devozione è al di là di ogni desiderio, di ogni passione, di ogni paura.
Cerchiamo di comprendere come possiamo essere in unione costante con Dio attraverso la preghiera.
Lo scopo principale della preghiera è di ricercare l'assistenza divina. Un vero praticante non prega per motivi di ordine materiale, che sono, dopotutto, effimeri, ma per l'illuminazione spirituale. La preghiera rappresenta la prima tappa del combattimento dell'aspirante per una coscienza superiore. Anche a quelli che non credono né in un Dio personale né all'efficacia della preghiera, si consiglia di pregare per gli altri, al fine di liberarsi dei pensieri di odio, di gelosia e di egoismo che si oppongono al loro progresso spirituale. In questo senso, la preghiera non è che un mezzo per purificarsi inviando buoni pensieri verso gli altri. E siccome tutti gli spiriti individuali fanno parte dello Spirito Cosmico, questa sorta di pensiero pieno di preghiere può aiutare gli altri. Si fa un favore agli altri discretamente, è una forma di servizio disinteressato.
Tutte le grandi religioni del mondo insegnano la preghiera. Il cristianesimo le accorda una grande importanza. Il Cristo stesso pregava per lunghe ore e diceva ai suoi fedeli: "Vegliate e pregate". San Paolo esortava a "pregare senza interruzione". Origene, questo grande teologo che viveva ad Alessandria nel terzo secolo, ripeteva che "pregare per i beni terreni è come disobbedire a Dio". Sant'Agostino faceva notare che lo scopo della preghiera non è di informare Dio dei nostri problemi, ma di elevarci, di portarci più vicino alla nostra aspirazione, la nostra aspirazione per Dio. San Tommaso d'Aquino era interessato solo dalla fede e dalla contemplazione dell'amore di Dio. Meister Eckart considerava ogni preghiera come una parte dell'eterna comprensione di Dio. Per Santa Teresa d'Avila la preghiera era l'unica porta verso quelle grazie mistiche che il Signore accorda all'anima.
Sri Ramakrishna, il santo dei tempi moderni, raccomandava la preghiera e insegnava a pregare Dio sinceramente, perché, diceva, Egli è veramente nostro. "Voi dovete dirgli: oh Dio! Qual è la tua natura? Rivelati a me. Perché per quale altra ragione mi avresti creato?” Il Maestro diceva che si doveva pregare Dio con cuore fervente. "Dio ascolta sicuramente una preghiera se essa è sincera". Quello che voleva dire è che, attraverso preghiere sincere, ciascuno può superare i suoi limiti e ottenere un'esperienza spirituale con la grazia di Dio.
Noi possiamo seguire due grandi vie di liberazione: la via della conoscenza, o Jnana yoga , e la via della devozione o Bhakti yoga , che rappresentano, ciascuna, due orientamenti fondamentalmente differenti dell'anima verso la Realtà Suprema. Nella via della conoscenza la Realtà Suprema è considerata come impersonale e senza attributi, in quella della devozione essa è considerata come personale, con o senza forma umana. La via di Jnana mette l'accento sullo sforzo personale, mentre la via di Bhakti è la via della grazia divina. Infine, la via della conoscenza è orientata verso un soggetto, è la ricerca della vera natura della Realtà in quanto soggetto. La via della devozione è orientata verso un oggetto, è una prova per realizzare la vera natura di Dio in quanto oggetto il più elevato e per stabilire una relazione con Lui.
La via di Bhakti implica una relazione del tipo "Io-Tu" tra l'anima e Dio. La via di Jnana implica una relazione del tipo "Io- questo" ( tat tvan asi ). Ma questa relazione è anche lei illusoria, perché la via della conoscenza accetta solo la natura reale Sé trascendente.
La relazione del tipo "Io-Tu" può esprimersi in tre maniere: la preghiera, il culto e la meditazione. Queste sono le discipline più importanti della via della devozione, esse rappresentano tre tappe successive.
La parola sanscrita Prarthana significa “supplica”, la sua importanza è limitata. Essa consiste nel domandare l'aiuto di Dio per liberarsi dell'influenza dei sensi e fuggire dall'oscurità dell'ignoranza per andare verso la luce della verità. E' la prima tappa del combattimento per una coscienza superiore in cui l'aspirante, realizzando i suoi limiti, apre il suo cuore al potere divino e alla sua luce. E' un movimento di Dio verso l'anima.
Il culto consiste nel presentare delle offerte a Dio. Queste possono essere un oggetto materiale, il proprio corpo, il proprio spirito o la propria anima. È il significato della parola yajna (il sacrificio). Il culto sposta la sede delle attività umane dall'ego verso il divino, e distacca l'anima dagli oggetti esteriori. È essenzialmente un movimento dell'anima verso Dio.
Il risultato di questi due movimenti è di attirare l'anima più vicino a Dio. È ciò che si intende per meditazione. Il termine vedantico per meditazione è Upasana e significa letteralmente "seduto presso", essere seduto presso Dio.
Così, la preghiera, il culto e la meditazione rappresentano i tre gradi di sviluppo dell'intimità che si crea tra l'anima e Dio. Si comincia la vita spirituale domandando dei favori a Dio, poi gli si fanno delle offerte e, finalmente, si riesce ad avvicinarsi a Lui. Questi tre gradi sono anche tre tappe nella trasformazione progressiva della coscienza dell'aspirante. Quando il Cristo, nel sermone della montagna esorta a "chiedere, cercare e bussare alla porta" si riferisce anche a queste tre tappe - la preghiera, il culto e la meditazione rispettivamente.
La spiritualità cristiana riconosce così tre discipline: la meditazione, la preghiera e la contemplazione. La meditazione corrisponde ad una riflessione che segue una lettura. La preghiera, durante i primi secoli, non aveva una forma definita e ciascuno era libero di pregare a modo suo. Questo tipo di preghiera è stato chiamato "preghiera affettiva". Quando essa era semplificata e ridotta ad una sola formula o ad uno "sguardo interiore silenzioso", essa si chiamava "preghiera di semplicità" o "preghiera del cuore". La contemplazione è considerata più come un'esperienza risultante dalla meditazione e dalla preghiera che come una disciplina. Essa sottintende una conoscenza intima di Dio, un dono libero e affettuoso di Dio all'anima. "La preghiera è una conversazione con Dio o l'ascensione dell'anima verso di Lui".
La conversazione interiore con Dio, o preghiera, deve anche essere intensamente personale, naturale e spontanea. Ciascuno è libero di pregare a modo suo. Cominci a pregare liberamente, la preghiera stessa gli indicherà la maniera di andare più avanti e si perfezionerà da se stessa.
Tuttavia, non tutti hanno la stessa capacità di pregare, e possono non sapere perché farlo. Analogamente, quelli che ne hanno l'abitudine possono non avere sempre voglia di pregare. Per aiutarli sono state composte delle formule da degli esseri spiritualmente illuminati. In India le più celebri e le più popolari sono il mantra Gayatri e Abyaroha : "Conducimi dall'irreale al reale, dall'oscurità alla luce e dalla morte all'immortalità..."
"All'alba ho meditato nel mio cuore sulla mia anima, l' Atman radioso - l'Esistenza-Conoscenza-Beatitudine assoluti - la meta degli asceti più elevati, il Trascendente e l'Eterno, che è aldilà degli stati di veglia, di sogno e di sonno. Io sono, in verità, questo Brahman indivisibile. Io non sono una combinazione di elementi."
Questa preghiera visionaria di Shankara, traboccante di spiritualità, aiuta a mantenere costantemente il mentale nella Realtà.
Si possono utilizzare queste preghiere ogni tanto, come modelli, ma la vera preghiera sboccia naturalmente dalle profondità del cuore secondo i bisogni impellenti dell'anima.
La preghiera può essere fatta in due modi: esteriore ed interiore. Nella preghiera esteriore si sta in piedi o seduti davanti ad una immagine o una riproduzione del Signore, di preferenza in un tempio, una chiesa o nella propria camera. La contemplazione di questa immagine fa salire nel cuore un'invocazione fervente. Nella preghiera interiore ci si siede con gli occhi chiusi, si visualizza l'immagine del Signore nel proprio cuore e lo si invoca mentalmente.
Pregare è unicamente cercare l'aiuto dell'Eterno Guru, l'Istruttore degli istruttori.
Altri sono convinti che la preghiera non sia che una forma di aspirazione. Ma, come diceva Santa Teresa: "Una cosa è desiderare la grazia della devozione, e tutt'altra cosa è chiederla a Dio". L'aspirazione diventa efficace solo quando è trasformata in disciplina spirituale. Questo può realizzarsi in diverse maniere, e tra queste la preghiera ne è la più semplice. È una pura aspirazione, un dialogo dell'anima con Dio.
Un'altra concezione corrente è che la preghiera sia solo una forma inferiore di pratica spirituale, unicamente valida per i debuttanti. Questo è vero, in effetti, perché la preghiera può essere considerata come il giardino d'infanzia della vita spirituale. E quando arrivano alla vita spirituale, la maggior parte delle persone sono come dei bambini, hanno bisogno di un giardino d'infanzia. Ai nostri giorni, lo yoga e la meditazione sono praticati da molti. Ma pochi tra loro sembrano comprendere che la meditazione è una tappa avanzata della concentrazione. Alcuni hanno l'aria di passare la loro vita a cercare di meditare. Per molti, la meditazione agisce come una trappola che impedisce loro di progredire. Cercare di raggiungere i più alti gradi di concentrazione senza aver percorso correttamente tutte le tappe preliminari è una delle più grandi cause di scacco nella vita spirituale. L'irreale non può cambiare la vita. È sempre bene ricordarsi che la semplice preghiera detta da un aspirante, e che è reale per lui, può trasformare la sua vita molto più di una tecnica spirituale elevata, irreale per lui perché al di là delle sue capacità.
“Questa divina Maya che è mia, è difficile da superare; solo quelli che prendono rifugio di Me possono trionfare su questa illusione” dice Sri Krishna la nella Bhagavad Gita. Il potere spirituale è indispensabile per superare gli ostacoli ed ottenere l'esperienza spirituale. Così come la forza fisica proviene dalla cibo fornito dall'universo fisico, come la conoscenza proviene dalle idee organizzate nell'universo mentale, così il potere spirituale viene da Dio. Al tocco invisibile dei raggi dorati della grazia divina, il loto del cuore si apre in un fiore dischiuso. Il proposito principale della preghiera è di cercare il potere divino. Sri Ramakrishna dice: “Con la preghiera, tutte le anime individuali possono essere unite all'Anima Suprema.” Ma c'è, in ciascuno di noi, una resistenza alla libera circolazione del flusso divino. Questa resistenza è organizzata dall'ego. Sri Ramakrishna aveva l'abitudine di dire: “L'acqua piovana non si raccoglie in cima ad una collina”. La preghiera diminuisce la resistenza interiore e apre il cuore alla grazia.
La vera meditazione è uno stato di rilassamento e di calma. Lo spirito diventa rilassato e calmo quando si sente in sicurezza e distaccato da ogni desiderio. L'esistenza è piena di incertezze e di difficoltà, le condizioni della vita moderna hanno esacerbato l'ansia dell'uomo ed il suo sentimento di insicurezza. Il miglior modo di superare la paura e l'insicurezza è di pregare senza interruzione il Signore Supremo, il controllore dei destini di tutti gli esseri.
Anche quelli che praticano la meditazione attraversano dei periodi oscuri dove si sentono disperati, senza più speranza. Durante questi periodi la preghiera porta il suo sostegno alla loro anima. San Giovanni della Croce dice: “In mezzo a tutti i nostri sforzi, a tutte le nostre prove ed i nostri rovesci, il migliore e più sicuro rimedio è la preghiera, e la speranza che Dio provvederà ai nostri bisogni come si conviene”.
La meditazione è il centro cosciente, auto-diretto di una corrente continua di pensieri focalizzati su un oggetto mentale. Questo diventa possibile solo se lo spirito o, più precisamente, la volontà è liberata dall'influenza degli oggetti esteriori e dei desideri. Questa liberazione dello spirito, questa liberazione della volontà è chiamata pratyahara . Una pratica continua permette di realizzarla. Ma sovente, durante le prime tappe della vita spirituale, la maggior parte degli aspiranti trova questo troppo difficile. E tuttavia un'intensa preghiera la realizza rapidamente. La preghiera è per il bhakta , il fedele, il miglior modo di praticare pratyahara .
Ciascuno è capace di un certo grado di concentrazione su di un oggetto esteriore o anche su una immagine mentale, a condizione di amarla. La più grande difficoltà consiste nel concentrare il proprio spirito su un centro di coscienza superiore. Per fare questo due condizioni devono essere soddisfatte. Il centro spirituale superiore deve essere sviluppato e reso attivo. Poi la volontà e l'energia mentale devono a loro volta elevarsi. La preghiera realizza questi due compiti. Essa permette di stimolare il centro del cuore. Dopo una giornata di lavoro, voi sentite la vostra energia mentale sparsa nelle diverse parti del vostro corpo e vi è difficile meditare. Quando questo accade, cercate di pregare intensamente. Vedrete che la preghiera raccoglie tutte le le energie al centro del vostro cuore e sentirete allora un nuovo slancio di forza. La preghiera non solamente libera la volontà ma la dirige verso un livello superiore. Se lo spirito non è condotto ad un centro elevato dalla preghiera, l'aspirante che cerca di meditare corre molto sovente il rischio di concentrarsi su pensieri inferiori.
Un altro pericolo, se lo spirito non si è elevato, è che esso sprofondi nell'inerzia e sia dominato dal sonno. Ecco perché la meditazione finisce sovente così. Il miglior modo di evitare la sonnolenza è pregare. La preghiera e il sonno non vanno mai bene assieme. Essa mantiene lo spirito ben sveglio. La preghiera dà un senso di sicurezza all'anima, distacca la volontà dai desideri e dagli oggetti esteriori, attiva i centri superiori, guida in una direzione elevata i pensieri, mantiene lo spirito ben sveglio e, soprattutto, apre la via alla corrente del potere divino. Quando prega intensamente, l'aspirante si accorge che la sua preghiera si trasforma impercettibilmente in vera meditazione. Si può cominciare con una supplica utilizzando delle parole. Ma, man mano che la preghiera cresce in intensità e in profondità, le parole svaniscono da sole, lasciando posto ad una silenziosa aspirazione nel cuore. Allora l'immagine interiore diventa calma e lo spirito scivola in silenzio verso di lei. La preghiera si è trasformata naturalmente e spontaneamente in meditazione. E questo è il suo fine ultimo.
Il Maestro dice ai suoi studenti che l'attaccamento della coscienza fisica è dovuto all'ignoranza.
47. “Perché voi siete associati all'ignoranza, il supremo Atman che è in voi sembra essere lo schiavo del non- Atman . Questa è la sola causa del ciclo delle nascite e delle morti. La fiamma dell'illuminazione, alimentata dalla discriminazione tra l' Atman ed il non- Atman eliminerà gli effetti dell'ignoranza sino alla radice delle loro radici.”
Nel nostro prossimo incontro studieremo i differenti punti che formano le radici dell'asservimento e dell'ignoranza, ed anche la maniera di eliminarli.