Swami Veetamohananda

UNA VISIONE INTEGRALE 

ATTRAVERSO GLI YOGA

 

Traduzione a cura di Maurizio Redegoso Kharitian

 

La vita é un'interazione continua tra l'individuo ed il cosmo, tra la natura interiore e la natura esteriore. Questa interazione prende delle forme diverse tramite le quali la più importante é la soddisfazione dei bisogni dell'uomo. Benché siano illimitati, possono, tuttavia, essere ricondotti a tre punti fondamentali: esistere, conoscere e farci del piacere. Il mondo degli oggetti che sono attorno a noi presente anch'esso tre proprietà:

- esiste ( asti)

- confina sulla nostra coscienza ( bhati)

- procura la gioia ( priyam)

Questa corrispondenza sorprendente tra la vita interiore ed il mondo esteriore mostra una realtà comune caratterizzata dall'esistenza, la coscienza e la felicità.

“Questa Realtà ultima assoluta”, dice Swami Vivekananda “é lo scopo di tutta l'umanità, lo scopo e la finalità di ogni religione, non é nient'altro che un'unione con Dio in cui, ciò che é lo stesso, con la divinità che é la vera natura di tutti gli uomini”.

Lo scopo ed i metodi per ottenerlo formano ciò che chiamiamo lo Yoga. La parola “yoga” é derivata dalla radice sanscrita yui che significa “congiungere, unire”, unirsi alla nostra realtà, Dio. La vita dell'uomo é difficile. L'agitazione dello spirito prodotta dal rumore e dalla precipitazione, le responsabilità, le prese di decisione, le esercitazioni emozionali - tutto questo consuma una grande quantità di energia psichica. Ne risulta che una persona può sentirsi sfinita, anche senza avere compiuto alcun lavoro fisico. Normalmente, l'inconscio, che é il serbatoio dell'energia mentale, rigenera questa energia perduta. Ma talvolta, non lo fa. La rimozione può impedirlo sopprimendo qualcuno degli istinti fondamentali dell'uomo. L'incapacità a trovare un ideale o una motivazione appropriata nella vita, di aprire nuovi canali per esprimere le sue aspirazioni, i suoi talenti e la sua creatività mostrano l'inattitudine del mentale a rinnovarsi.

L'inquietudine, la depressione, la fatica nervosa e le malattie psicosomatiche sono dei segnali che mostrano che il rinnovo di se nel mentale non si fa correttamente. Dobbiamo comprendere la natura della vita e della coscienza. Malgrado il nostro interesse recente per i fenomeni extra-sensoriali, gli stati modificati della coscienza, i bioritmi, gli effetti kirlian, il bioplasma e le onde del cervello, abbiamo poca conoscenza sul sistema dell'energia psichica. Questa energia psichica non è legata al fisico in quanto la fatica può apparire anche se ci alimentiamo correttamente

Vi sono due teorie concernenti la natura e l'origine della vita. Le prime, come gli scienziati moderni, affermano che la vita é derivata dalla materia.

Altre dicono che la vita é un principio primario, esistente da se-stesso, distribuito dappertutto nell'universo intero e che la materia ed il mentale ne sono le due manifestazioni differenti. E' il punto di vista adottato dai vedantini. Chiamano questo principio cosmico di vita prana. In origine, questa parola significava respirazione, é più tardi che é stato utilizzato per significare il principio di vita nell'uomo. Come l'universo nella sua totalità era riconosciuto come un solo organismo, prana ne é venuto a significare la forza di vita cosmica e vayu (l'aria atmosferica) era spesso utilizzata come suo simbolo.

L'Upanishad Chandogya parla di due sostanze assorbenti - una nell'uomo e l'altra nell'universo. Nell'uomo, tutti gli organi sono assorbiti (durante il sonno) nel prana. Nell'universo, tutti gli esseri sono assorbiti (durante la dissoluzione cosmica) in vayu. Il principio di vita, l'individuale ed il cosmico, é sempre stato considerato come unico, in quanto il microcosmo ed il macrocosmo erano suppostamente costruiti sullo stesso piano e prana rappresentava questo principio unitario. Ma prana non é mai stato considerato come la Realtà ultima. Le Upanishad dicono che prana é derivato dalla pura coscienza che chiamiamo Brahman e Atman. Dal prana psichico, il se individuale controlla il corpo ed il mentale. Nella stessa maniera, dal prana cosmico, Dio controlla e dirige l'universo intero. Come Brahman é la somma totale di tutte le particelle della coscienza individuale, prana é la somma totale di tutte le forze dell'universo.

Swami Vivekananda dice: “... e da ogni parte, tutti i movimenti sono le differenti manifestazioni di questo prana. Questo prana é elettricità, é magnetismo, si manifesta nel cervello sotto forma di pensiero. Tutto é prana: fa muovere il sole, la luna e le stelle. Nel prana, abbiamo un principio olistico della vita che unisce il corpo ed il mentale, la materia e la vita, sotto una direzione comune omeostatica. Si, prana é il sistema super-omeostatico dell'universo che governa l'esistenza individuale e l'esistenza cosmica”.

Nell'individuo, una parte del prana resta alla base della colonna vertebrale sotto una forma dormiente chiamata Kundalini. La parte restante circola lungo due canali principali, i nadi, chiamati ida e pingala . A partire da questi canali, prana s'infiltra, in qualche modo, nell'organismo intero, andando liberamente in tutto il corpo ed il tutto il mentale, dando l'energia e la vita ad ogni cellula, ad ogni pensiero. Gli yogi indiani hanno scoperto che, se si ammaestra ida e pingala , il flusso di prana nel corpo e nel mentale può essere gestito. ida e pingala sono i regolatori omeostatici di tutta la personalità. Prana é conosciuto presso i cinesi sotto il nome di Chi e presso i Giapponesi sotto quello di Ki.

I maestri dell'antica Cina hanno disegnato la carta dei meridiani, delle linee, lungo le quali il Chi si sposta nel corpo. Secondo loro, le malattie sono dovute al disequilibrio nella corrente del Chi. Hanno scoperto che piantando degli aghi in certi punti di controllo sui meridiani, questa corrente poteva essere regolata e le malattie curate. E' la base della pratica dell'agopuntura.

Nell'India antica, i medici non consideravano il corpo ed il mentale come entità separate. La loro scienza é chiamata Ayurveda . Definisce la malattia come un insieme di sofferenze di ogni sorta, fisiche e mentali. La causa fondamentale di ogni malattia é una perturbazione del sistema dell'energia psicofisica, composta da tre umori: vata (l'aria), pitta (la bile) e kapha ( la flemma). Le autorità mediche mettevano l'accento sul ruolo del mentale nelle cause del disequilibrio umorale. Avevano une veduta olistica dell'uomo. La loro concezione della salute ha per nome satmya, che significa letteralmente “essere in armonia con l'Anima universale”. La malattia si chiama vikara, vale a dire deviazione dello stato naturale o asatmya, “non essere più in armonia con l'Anima universale”.

E' qui il punto fondamentale dello Yoga. La sua finalità é l'istituzione di swarajya, la supremazia dell'Anima universale. Per ottenerla, il corpo ed il mentale devono diventare degli strumenti perfetti dell'Atman. Se il corpo ed il mentale non sono in armonia, la vita diventa difficile ed infelice.

Questa comprensione ha portato allo sviluppo di un sistema di yoga chiamato Hatha Yoga . Questo sistema considera la malattia come una perturbazione nell'equilibrio omeostatico del prana, provocato da un funzionamento irregolare dei canali ida e pingala . Prova a ristabilire questo equilibrio con delle posture, il controllo della respirazione, ecc. E' utile ricordare che in tutti gli yoga, l'armonia delle funzioni del corpo e del mentale, chiamato anche integrazione della personalità tutta intera, é considerato come una prima tappa.

Nella Baghavad Gita, lo yoga é definito come un equilibrio che può essere ottenuto con la purificazione del mentale, la devozione in Dio, l'auto-analisi od il controllo dei canali , ida e pingala questo in funzione del tipo di yoga che si segue.

Arriviamo adesso al prana cosmico. Come nell'individuo, esiste nel cosmo un'armonia naturale, un equilibrio. I fiumi trasportano la loro acqua nell'oceano e la pioggia la riporta sulla terra. Nello stesso modo, vi sono movimenti periodici della terra e dei pianeti, delle correnti marine ed atmosferiche, dei bioritmi ed un equilibrio della vita nelle piante, gli animali, i mondi, ecc. L'Upanishad Katha dice che questo ordine cosmico, questo equilibrio, é il lavoro del prana sotto controllo dello Spirito Supremo.

E' la regolazione cosmica dell'universo manifestato che Sri Krishna chiama lo yoga divino.

La parola “yoga” ha molti sensi. Può significare:

•  Grande strumento (o armatura)

•  Mezzi

•  Meditazione

•  Ritrovarsi (unione)

Di tutti questi sensi, quello di unione é il più utilizzato nelle Scritture vedantine. Abbiamo detto che Krishna lo utilizzava per l'individuo ed il cosmo. Ma é comunemente impiegato per significare l'unione dell'individuo con il cosmo.

In questo modo, sappiamo che l'equilibrio negli esseri viventi é uno stato di rinnovamento personale costante. L'aria, l'acqua, il cibo e molte altre cose sono necessarie per il rinnovamento del corpo. Sono fornite dal vasto processo di rinnovamento dell'Anima universale che ha luogo nell'universo fisico. E per utilizzarle correttamente, il corpo deve essere in armonia con il mondo esterno. Allo stesso modo, le idee e l'energia fisica necessaria al rinnovamento del mentale sono presenti nell'universo mentale. Ma il primo deve essere in armonia con il secondo. Cattive abitudini di vita, l'odio, la gelosia, la paura, il dubbio e cattivi modi di pensare bloccano i canali di contatto tra l'individuo ed il cosmo ai livelli fisico e mentale. Questa é l'unica causa di tutte le malattie mentali e tutte le sofferenze.

Nello stesso modo, attraverso l'Atman, lo spirito individuale é una parte di Brahman, lo Spirito Infinito. E' l'egoismo e l'ignoranza che creano la separazione tra i due. Ne risulta che l'uomo é incapace di realizzare la beatitudine suprema e di compierla completamente. Lo yoga é una prova delle soppressioni degli ostacoli ai tre piani - fisico, mentale e spirituale. E' una disciplina integrale la cui finalità é lo sviluppo dell'uomo nella sua totalità. L'uomo non può svilupparsi isolatamente ed il ruolo dello yoga é di integrarlo al cosmo nei tre piani. Di fatto, la vita dell'uomo é veramente uno yoga. E' una parte dell'eterno yoga cosmico del Divino che esiste da se-stesso. Ma, a causa dell'ignoranza, continuiamo a falsificare questo yoga naturale trasformando la vita in ricerca di piacere ( bhoga). Bhoga é un ingiuria ed uno stravolgimento della natura, é vivere in disarmonia con una vita più elevata, facendo prova di una indulgenza e di un egoismo eccessivi. E' la causa principale di tutte le sofferenze dell'uomo. Ciò che chiamiamo yoga, non é che una prova cosciente per ritrovare l'armonia naturale, per restaurare l'equilibrio energetico aprendo il corpo, la mente e l'anima ai ritmi dello yoga cosmico del Divino.

Questa apertura può verificarsi con il sacrificio di se (come nel karma yoga), con il dominio di se (come nel Raja Yoga), e con l'analisi di se (come nel Jnana Yoga).

Il nostro ruolo nello yoga é unicamente di praticarlo coscientemente. La coscienza di se é tutto ciò che dobbiamo mantenere. Lo yoga non é yoga se non nella misura in cui é praticato coscientemente, con tutta la nostra volontà. Tutto ciò che facciamo inconsciamente, che sia il lavoro o anche japa, non é yoga. Per esempio, mangiare, é soddisfare un bisogno naturale.

Ma, se mangiamo con la piena coscienza che il cibo é una forma di prana e sarà riconvertita in prana nel nostro corpo, questa azione diventa yoga.

Così, ogni attività può essere trasformata, in yoga compiendola coscientemente essendo coscienti della relazione tra l'individuo ed il cosmo.

E' questo che incoraggia e rende l'uomo capace di dominare i suoi desideri e di creare in se stesso la possibilità di realizzare il Divino, anche vivendo il piacere della vita materiale.

Dunque, intensificando la nostra coscienza, possiamo intensificare la pratica dello yoga. Come fare? Vi sono due mezzi. L'uno é di possedere un'aspirazione intensa o un desiderio ardente di realizzarsi personalmente. L'altro consiste nell'estendere la nostra coscienza in ogni parte della nostra vita. Vale a dire, prendere sempre più coscienza che mangiamo, parliamo, lavoriamo, compiamo ogni altra normale attività della vita di tutti i giorni.

E' vero, é difficile per un principiante compiere tutte queste attività, o anche le proprie pratiche spirituali, coscientemente, con una piena coscienza di se. Può, al massimo, mantenere almeno ad intermittenza, questa sorta di vigilanza. In quanto, per la maggior parte del tempo, é assorbito dalla corrente incosciente dei suoi pensieri. Praticare con una piena coscienza di se diventa possibile quando l'intelletto si sveglia e la luce dell'Atman comincia ad illuminare la mente. Allora lo yoga diventa pienamente cosciente, pienamente diretto, verso l'Anima universale. Sri Krishna lo chiama buddhi yoga - una natura differente, cioè che é differente dallo yoga naturale o della vita ordinaria. Questo significa che lo yoga é guidato e controllato dalla buddhi, l'intelletto, il vero centro spirituale nell'uomo. Sri Krishna voleva dire che é la tappa più elevata di ogni yoga. Non importa quale yoga, karma, raja, bhakti o jnana, compiuto con un intelletto risvegliato diventa buddhi yoga.

Adesso diviene chiaro che lo yoga può essere di due tipi: inferiore e superiore.

Lo yoga inferiore é quello praticato con un intelletto non-risvegliato. E' una prova per liberare la coscienza dai bassi istinti e dagli automatismi mentali. Il primo passo é la purificazione del corpo e della mente. Un corpo sottomesso ad ogni abitudine irregolare é impuro e disequilibrato. Allo stesso modo é una mente abitata da pensieri impuri.

L'uno e l'altro devono essere purificati da abitudini di austerità, dalla castità, il lavoro disinteressato e l'osservazione di virtù quali la sincerità e la non-violenza. La tappa seguente consisterà nell'armonizzare l'azione di ida e pingala sotto semplici forme di concentrazione come la preghiera, l'adorazione, la ripetizione di un nome divino, la respirazione controllata, ecc.

Ogni yoga possiede la sua tappa inferiore. Il raja yoga ha i suoi yama (le sue virtù), il suo niyama (la sua condotta), le sue asana (le sue posture), il suo pranayama (il suo ritmo di respirazione), il suo pratyahara (il distacco) ed il dharma (la concentrazione). Nel bhakti yoga, consiste e servire i fedeli di Dio, a pregare, adorare, ecc. Nel jnana yoga, é il lavoro disinteressato, lo studio delle scritture, la discriminazione, ecc.

Nella stessa maniera, ogni yoga possiede la sua tappa superiore quando diventa buddhi yoga.

Allo stadio di yoga inferiore, l'aspirante é quasi interamente nel regno del prana. E' come qualcuno che é caduto in un fiume e che lotta per salvarsi dall'annegamento. Quando lo yoga é praticato con un'intensa aspirazione, conduce al risveglio dell'intelletto, l'alba di una coscienza superiore. Come una persona che si tiene in piedi sulle rive di un fiume, l'aspirante é adesso capace di assistere allo scorrere del fiume del prana in un silenzio profondo. Allo stadio inferiore, era cosciente solo della vita universale, del prana cosmico, del ciclo d'evoluzione della vita vegetale ed animale.

Ma adesso, allo stadio superiore, il suo intelletto si apre alla coscienza universale ed entra nella via di una nuova evoluzione, l'evoluzione spirituale. Il rinnovamento personale, ottenuto attraverso lo yoga superiore, é il rinnovamento del prana: il rinnovamento dell'anima ottenuto dallo yoga superiore, é il rinnovamento della coscienza. Nella vita spirituale, i due tipi di rinnovamento sono importanti. Se é uno di essi é deficiente, il progresso spirituale sarà rallentato.

La via dello yoga é piena di alti e bassi. Nella vita di ogni aspirante spirituale, esistono dei periodi di stagnazione quando il fervore della sua devozione diminuisce. Si accorge che ogni progresso é bloccato. Trova poca gioia nella preghiera o nella meditazione. E' assalito dal dubbio. Si sente disperato e sradicato. La ragione di questa stagnazione spirituale può essere descritta in diversi modi.

Per lo yoga, la causa principale, é che il centro spirituale é diventato inattivo. E come é stato detto più sopra, é lui che regola il processo del rinnovamento in noi.

Secondo il Vedanta, la personalità é costituita da cinque guaine o kosha. Ogni guaina possiede il suo proprio centro di controllo, conosciuto con il nome di bindu. Nella vita del mondo, solo le prime tre funzionano completamente.

Il centro di controllo del corpo fisico si situa nel cervello. Quello del prana, lo sviluppo vitale, si tiene alla base della colonna vertebrale. Quello del vijnayama kosa, la guaina dell'intelletto, é nella buddhi e generalmente percepito nella regione del cuore. E' questo il centro spirituale. La vera vita spirituale inizia solo quando questo centro diventa attivo.

I centri di controllo inferiori sono sotto l'autorità dei centri di controllo superiori. Quando il centro spirituale diventa attivo, inizia ad esercitare un controllo sui centri inferiori. Se questo controllo di sorveglianza é perduto e meglio se il centro spirituale stesso diventa inattivo, il rinnovamento dell'anima diventa difettoso.

E' la principale causa di stagnazione nella vita spirituale. Uno dei principali compiti della vita spirituale é di mantenere questo centro spirituale sempre aperto e attivo. E per questo, un'intensa aspirazione é necessaria.

Un'altra causa della stagnazione spirituale é il disequilibrio provocato nel corpo e nella mente, causato da cattivi modi di vivere e di pensare. Attraverso l'introspezione, é generalmente possibile di rivelare i fattori disturbanti. Ma, spesso, qualche forte emozione o qualche forte desiderio vengono repressi ed agiscono nelle oscure profondità dell'inconscio, laddove il mentale cosciente é incapace di trattare con essi.

La terza causa di stagnazione spirituale é questa: come il fuoco si spegne quando si getta del legno umido sopra, così ugualmente, l'aspirazione spirituale muore quando il mentale é invaso da pensieri ed idee senza interesse negative. L'uomo moderno é senza sosta sollecitato da ogni sorta di idee senza interesse, da informazioni prodotte da persone, giornali, televisioni, radio e libri. Un mentale stimolato ad oltranza dall'eccitazione e le distrazioni perde il suo vigore e la sua creatività. Diventa pesante ed immobile. Il centro spirituale é allora incapace di attivarlo.

Una quarta causa é un senso costante di colpa che scurisce l'anima ed ostruisce il centro spirituale. Condannarsi come se fossimo peccatori senza valore, inibisce l'aspirazione spirituale. E' realmente una forma di scappatoia, un tentativo per evitare la responsabilità di mantenere costante il rinnovamento personale del corpo, del mentale e dello spirito.

Infine, vi é una quinta causa. Qualche aspirante spirituale troppo zelante prova ad intensificare la propria preghiera e meditazione al di là della sua capacità. Trascura il cibo, il sonno, l'esercizio e gli altri bisogni fondamentali del corpo. Ne risulta uno sfinimento delle energie mentali e l'aspirante si ritrova senza alcuna iniziativa spirituale.

Tutte queste cause di stagnazione spirituale non sono che i sintomi di una rottura nel processo di rinnovamento di se. Ciò può essere corretto da una pratica assidua di yoga inferiore di cui abbiamo parlato prima.. La compagnia di uomini santi e l'aiuto di un istruttore esperto sono di grande aiuto per attraversare tali periodi difficili.

Tutto nell'universo é cambiamento. Tutto, eccetto l'Atman, l'Anima universale autentica. Il nostro “io”, ego o essere inferiore, non é che un riflesso dell'Anima universale nel mentale. E come il mentale stesso é cambiamento e si sviluppa, l'ego non é un'entità permanente. L' ego dell'infanzia, dell'adolescenza, dell'età adulta e della vecchiaia sono diversi l'uno dall'altro. In misura in cui cresciamo, il nostro ego evolve. Il nostro passato é cosparso degli ego che abbiamo altre volte apprezzato ed amato, per i quali abbiamo lottato e sofferto. La religione ci insegna come dissociare l' ego impuro ed immaturo e costruire un nuovo e raggiante ego divino, un ego maturo, l'Anima universale.

Per il Vedanta, la soppressione degli errori si compie per semplice unione della coscienza individuale e coscienza universale. Ci sono diversi modi di compierla. Uno é con il culto samdhya. All'ora sacra del crepuscolo, il fedele si siede da solo, di fronte al sole, simbolo di Virat, la vita universale. Offre la sua anima impura, tramite un semplice rito, nel corso della coscienza universale che la purifica e l'illumina. Bevendo qualche sorsata d'acqua, egli mormora: “ Possa il sole (il virat), il mio potere di volontà (Manyu) e le Divinità che presiedono, proteggermi dal commettere volontariamente degli errori. Possa la notte cancellare ogni errore che avrei commesso, la notte precedente con il pensiero, la parola, le mani, i piedi, lo stomaco e tutto il resto. Mi offro, con le impressioni che le mie azioni hanno lasciato in me, come un sacrificio nella luce della coscienza universale rappresentata dal sole, fonte d'immortalità”.

Questo rituale può sembrare pura immaginazione od autosuggestione. Ma quando é praticato con fede profonda da un aspirante sincero, purifica poco a poco la sua anima. Anche un uomo che vive completamente nel mondo, si accorgerà che ciò lo rende capace di considerare i problemi della giornata con un mentale fresco ed un'aumentata fiducia.

La divinizzazione del se tramite il servizio alle persone bisognose e sofferenti diviene karma yoga. I canali che legano il se individuale al cosmo sono ostruiti dall' invidia, l'odio ed altri sentimenti negativi nella maggior parte delle persone. Il karma yoga apre un passaggio in questi canali e restaura il contatto con il cosmo. Un vero praticante di karma yoga percepisce la vita cosmica circolare liberamente in lui e attraverso di lui. Fa l'esperienza emozionante del rinnovamento di se continuo.

Ogni yoga é un mezzo per realizzare il rinnovamento di se. Lo yogi considera la sua propria energia vitale come un fuoco sacrificale e gli offre tutte le sue azioni come sacrificio. Nella forma tantrica di culto conosciuto con il nome di puja , il fedele consuma il suo essere inferiore nel fuoco della kundalini tramite un processo chiamato bhuta-shuddi e crea una nuova anima divina. Il culto mentale (manasa puja) se fatto con fede e concentrazione é altrettanto efficace di un culto esterno per purificare ed elevare il se.

Tuttavia, il miglior modo di elevare il se é la meditazione. Se essa é praticata correttamente, sbatterà l'incosciente intero ed aprirà il suo contenuto nel cosciente. E, a tempo debito, infrangerà ed aprirà le porte della coscienza e più tardi, unirà la coscienza individuale alla coscienza universale superiore tutta intera.

Quando ci sistemiamo per meditare, dobbiamo pensare che lo spirito individuale si tuffa nella corrente luminosa di Sat - Chi - Ananda, Esistenza - Coscienza - Beatitudine. Se questa coscienza é mantenuta per tutto il corso della giornata, sperimentiamo la gioia e la scoperta dell'elevazione costante della nostra anima verso il cuore della coscienza.

Ogni giorno, il sole si leva su un mondo nuovo, in quanto il mondo si sveglia esso stesso costantemente. Ma, solo l'uomo continua a vagabondare nelle camere oscure del suo passato, attaccandosi alle ombre del suo se precedente.

Questo gli impedisce di partecipare al processo incessante di elevazione che continua nella vita universale. Senza un costante risveglio, la nostra vita diventa stagnate, monotona, senza significato.

Tramite il fuoco della preghiera e dell'adorazione, il fuoco del sacrificio e del servizio, quello dello yoga e della meditazione, permettono ad un'anima nuova di svegliarsi ogni giorno, di aprirsi ai ritmi della coscienza cosmica