Swami Veetamohananda

Yoga Sutra

Traduzione a cura di Maria Teresa Fogliatti

 

Versetto 1.

Eccoci ora a considerare il modo d'agire dello yoga. Non si può conoscere lo yoga se non attraverso l’esperienza che viene attraverso la pratica.

Abbiamo già parlato del significato della parola yoga nelle nostre chiacchierate precedenti. Lo scopo dello yoga è di raggiungere l'unità, in altre parole la soddisfazione dei nostri bisogni umani. Ma l'unita con che cosa? Vi è un'armonia naturale nell'universo. Ogni oggetto ha la sua collocazione nella natura. Ogni microscopica particella è in rapporto con le altre particelle in un modo ben definito. In effetti, ciò che gli scienziati cercano di scoprire ed esprimere con le teorie e loro leggi, non è nulla altro che l'armonia naturale inerente all'universo.

E' la stessa armonia totale dell'esistenza che trova la propria espressione nelle istituzioni sociali come la famiglia, la società, lo stato o in altre diverse forme d'arte quali la musica, la pittura o la danza.

Un ritmo cosmico percorre tutto l'universo: viene chiamato "rtam”. Il sole, le stelle, il vento, le maree, le piante e gli animali, le cose, le macchine, il bene, il male e la sofferenza, la nascita, la crescita, il declino e la morte, tutto ciò fa parte del ritmo cosmico che vibra nell'universo.

Vivere in accordo con il ritmo e lo stato naturale è un stato di pace, i conflitti e gli altri problemi, sorgono quando l'uomo, a causa della propria ignoranza e del proprio egoismo, dimentica tale stato naturale del ritmo principale della vita.

La vita è un' interazione continua fra l'individuo e il cosmo, fra la natura interiore e quella esteriore. Tale interazione può assumere diverse forme, ma la più importante per l'uomo è la soddisfazione dei propri bisogni.

Anche se i desideri umani sono senza limiti possono essere riassunti in tre bisogni fondamentali: esistere, conoscere e gioire. Anche il mondo oggi attivo che ci circonda ha tre proprietà: esso esiste, interferisce con la nostra coscienza e ci procura piacere.

Tale notevole corrispondenza fra la vita interiore e quell’esteriore evidenzia una realtà comune caratterizzato dall'Esistenza, la Coscienza del Se e la felicità intrinseca. Raggiungere la Realtà Assoluta, finale è lo scopo di tutta l'umanità.

Lo scopo di ogni religione è lo stesso, è di riunirsi con Dio, la Realtà.

Tale fine, come i metodi per raggiungerlo è ciò che va sotto il nome di yoga, in tale modo la parola yoga ha significato e gli effetti e la pratica che ci aiutano a ottenere la nostra realizzazione.

 

Ora, immergiamoci con ardore su tale argomento.

 

Versetto 2

Lo yoga controlla le fluttuazioni del materiale che forma il mentale.

 

Se avete praticato la vigilanza o la meditazione profonda, avrete visto che la vostra attenzione non è continua, in quanto non è formata da un'unica corrente omogenea, ma si svolge in correnti disgiunte, a volte persino sconnesse del pensiero. Tale fenomeno viene chiamato "dissociazione" dagli psicologi. Con la parola dissociazione si intende non l'apparire di immagini diverse del mentale, ma la sua divisione emozionale in molte unità e l'identificazione dell'anima individuale con ognuna di queste divisioni.

La dissociazione della coscienza è la risposta alle diverse provocazioni della vita. Normalmente, una persona deve avere diversi ruoli nella vita quotidiana: ad esempio quello di figlio,di padre o marito, operaio o di padrone,            o di cittadino, o di artista, di pensatore, di scrittore, di professore, ecc. Per una persona normale, queste diverse attività sono unite da un legame comune nel riconoscimento di se stesso.

L'uomo possiede un centro unificatore, l'anima individuale che da alla sua esistenza una identità, una continuità alla sua esperienza e un'unità alla sua personalità.

Tuttavia in certe condizioni anomali, causate dallo stress o da conflitti emozionali, la dissociazione diviene talmente importante che l'anima è incapace d'integrare le normali contraddizioni del pensiero. La persona nella quale ciò avviene, riesce a possedere una personalità completamente dissociata e vive in mondi non compatibili fra di loro. Quando tale processo è spinto all'estremo, può risultare una nevrosi o una qualsiasi altra malattia mentale più grave.

E' in questo modo che il fenomeno della dissociazione il medico psicologo Pierre Janet, definisce la nevrosi. Alcune forme minori di dissociazioni appaiono anche presso la persona normale in ogni minuto della sua vita.

La causa principale della dissociazione dell'anima individuale è la presenza, nel mentale, di ostacoli che impediscono una circolazione libera e uniforme della coscienza. Quali sono questi ostacoli? Li possiamo chiamare istinti, pulsazioni, tendenze, complessi e così via. La psicologia dello yoga le chiama "samskaras". Sono delle impressioni latenti, prodotte da esperienze anteriori, durante la nostra vita ma anche durante le nascite precedenti. Tali "impressioni" assomigliano a dei punti su un foglio di carta e possono essere paragonate a dei campi di forza. Ad esempio come un fiume che verrà diviso in diversi rami da un'enorme roccia o da secche di sabbia, nello stesso modo la corrente dei pensieri viene divisa in diversi rami dal "samskaras".

Come sappiamo il mentale non è completamente cosciente, è composto da una grande parte di non coscienza, anzi la maggior parte delle persone non conoscono nulla circa il funzionamento dei loro circuiti emozionali perché questi sono esclusi dal mentale cosciente e posti sotto il controllo del non cosciente attraverso un processo chiamato"      ". Quando una persona controlla coscientemente le proprie emozioni e pulsazioni ciò viene chiamato annullamento. Ma quando il controllo viene fatto in modo inconscio il processo viene chiamato

Gli yogi indiani considerano il mentale come un intrensicamente non-cosciente e il Purusha, o Atman come l'unica sorgente di coscienza. Solamente la parte illuminata dalla luce del Purusha è considerata come il mentale cosciente (manas). Il rimanente con una predominanza di tamas, forma la parte non cosciente (chittà). Questa chittà, il non cosciente, è il luogo di riserva del samskara. La parte superiore del mentale, che contiene un grado più importante di sattva, è chiamata uddhi,' la sorgente dell'intuizione spirituale e della vera volontà, l'anima empirica dell'uomo.

Noi ora giungiamo al controllo del non-cosciente, quale prolungamento naturale delle nostre azioni a livello non-cosciente. .

 

Noi tutti abbiamo sperimentato questo strano fenomeno nella nostra vita: noi sappiamo ciò che è bene ma non possiamo impedirci di fare del male, noi sappiamo ciò che è male e non possiamo impedirci di comportarci male.

 

Noi facciamo dei buoni proponimenti, ma molto prima di accorgercene essi sono spazzati via come un castello di sabbia dalla marea, noi rimaniamo turbati e sconfitti.

Consideriamo un po' tutto questo. Noi prendiamo delle risoluzioni con la parte cosciente del nostro mentale ed anche noi quindi,che siamo sconfitti da questa altra parte del mentale, il non-cosciente che noi conosciamo poco perché è molto oscura. Dal momento che voi cercate di controllarvi siete assaliti dalle vostre difficoltà interiori, e più persistete e più grandi queste possono divenire. Sorpresi voi vi domandate "come è possibile che io divenga ogni giorno peggiore?" non siate sorpresi! È ciò che accade normalmente, ed ecco come avviene: quando noi cerchiamo di controllare deliberatamente il nostro cosciente entriamo in conflitto con le forze opposte del nostro non-cosciente.

Queste forze non sono niente altro che i nostri samskara immagazzinati, le impressioni e le tendenze del nostro passato. Esse abitano l'inconscio e cercano di esprimersi nuovamente. Quando sono in contraddizione con il nostro cosciente provocano un conflitto.

L'inconscio può essere come a un negozio di anticaglie. Voi ignorate cosa vi è dentro esattamente fino al giorno quando decidete di andare a controllare cosa contiene; quando cominciate voi non sapete quale genere d' oggetti o di sciocchezze voi troverete: ben presto voi vi stancherete e abbandonerete la vostra ricerca, così che ciò che c'è in quel luogo resterà un mistero, a meno di controllare e mettere in ordine il luogo di anticaglie del vostro inconscio, voi non potrete mai essere certi di possedere un cosciente sereno.

Ed è per tale motivo che bisogna fare piazza pulita in queste regioni oscure. Come ci si può riuscire? Uno dei mezzi più efficaci è di colmare il mentale di pensieri devozionali e di permettere loro di penetrare profondamente in voi.

I pensieri sono come l'acqua pulita, voi dovete solamente fare rifluire l'acqua sporca, ciò non vi deve inquietare, se persisterete vedrete che giungerà un momento quando i vostri pensieri buoni quasi strariperanno. Voi, allora potrete considerare che i vostri pensieri sono diventati puri, ora il controllo dell'inconscio non sarà più difficile. Non crediate che l'inconscio sia solo sia solo il luogo di "riserva" del male. Esso conserva tutti i nostri pensieri nobili e buoni e tutte le nostre esperienze sotto forma di sementi (semi), quindi, esse rimangono come, a seconda delle volte, riserva per un aiuto o un'opposizione verso i vostri sforzi per padroneggiare il vostro mentale. Il vostro compito consiste nel diminuire l'opposizione e aumentare il sostegno.

L'aspirante può appoggiarsi all'assicurazione fatta dal Signore nella Baghavad Gita: nelle prossime nascite future Egli rimarrà unito a tutto ciò che il suo corpo precedente ha acquisito. Tale unione può essere un elemento potente e sconosciuto nei tentativi di controllare il mentale. Se si vuole posizionare in un posto preciso "tali aspetti precedenti", questo luogo è l'inconscio.

Quindi per controllare il mentale, il segreto del successo risiede nel lavoro importante che si deve fare a livello dell'inconscio, ma se, nello steso tempo, noi non aspiriamo a realizzare lo scopo della nostra vita, cioè l'esperienza dello stato del subconscio, non potremo mai realmente controllare il nostro mentale, cosciente ed incosciente. E' solamente lo stato della subcoscenza, o visione di Dio, che distrugge gli attaccamenti, le avversioni e le illusioni, tutte motivo di perturbazione ed inquetitudine per noi. I nostri tentativi di controllare il mentale devono, tuttavia, far riferimento, da un lato all'inconscio e dall'altro al subconscio; in altri termini la nostra esistenza deve essere coinvolta in tale processo, per vivere una vita equilibrata.

Ponendo l'accento sull'immensità del compito Swami Vivekananda spiega perché la nostra ricerca e i nostri sforzi non possono rimanere confinati solamente al piano della coscienza. "Il compito che si presenta a noi è vasto, noi dobbiamo controllare fin dall'inizio l'enorme massa di pensieri che entrati in noi sono divenuti automatici. Le cattive azioni si pongono a livello di coscienza, senza alcun dubbio, ma le cause giocano ben al di la, sono nel regno dell'inconscio, dell'invisibile e di conseguenza, sono ben più potenti. "

Ed è per tali motivi che Egli sottolinea l'importanza di padroneggiare l'inconscio e continua:"La pratica psicologica ci chiede subito di dirigere tutte le nostre energie per controllare l'inconscio e noi possiamo fare questo. Perchè? Perchè noi sappiamo che la causa dell'inconscio, è il nostro "conscio". I pensieri inconsci sommergono i milioni di nostri antichi pensieri coscienti che si sono fossilizzati. Noi non li conosciamo più, li abbiamo dimenticati, ma attenzione: se il potere del male rimane nell'inconscio, rimane anche quello del bene.

In noi abbiamo molte cose come in una tasca, le abbiamo messe li e non ci pensiamo più, ma esse sono li, numerose, crepitanti e diventano, senza dubbio, pericolose. Queste cause inconsce crescono ed è per tale motivo che la vera psicologia dovrebbe cercare di porle sotto controllo del cosciente; il suo ruolo che è infinito, consiste nel vivificare tutto l'uomo, affinché egli possa divenire ,in tal modo, il maestro di se stesso. Anche se noi chiamiamo automatici il funzionamento degli organi del nostro corpo come il fegato, il cuore etc. esso può piegarsi ai nostri ordini, ma il controllo dell'inconscio avviene attraverso il suo stesso agire. Non c'è nulla da fare, bisogna andare oltre l'inconscio, nella super-coscienza.

Quando si raggiunge tale stato l'uomo diventa libero e divino, diviene immortale, la debolezza si trasforma in potenza infinita e ogni legame è rotto.

Sappiate anche che, a volte, il mentale crea dei giochi. Mentre noi lottiamo,ad un livello cosciente, contro una tentazione o debolezza, all'improvviso l'immagine di una situazione, ancora difficile, scoppia di fronte all'occhio del mentale e colpito da tale visione noi ci chiediamo: "che potrei fare se fossi nuovamente assalito da tale nuova difficoltà?" e quindi preoccupandoci per il nostro futuro, disgreghiamo il nostro presente e non essendo più troppo guardinghi, cadiamo vittime delle tentazioni presenti.

 

Come possiamo prevenire tale disordine? Semplicemente chiarendoci il nostro concetto del tempo. Dobbiamo chiaramente comprendere che ogni istante è semplicemente e solamente tale istante, si dice "nel cuore dell'istante troviamo l'eternità". Prendiamoci cura del nostro presente e cosi ci prendiamo cura del nostro futuro.

 

Se non ci abbandoniamo alle nostre debolezze riguardo al nostro presente attuale e ad ogni momento che passa, noi non saremo mai sua preda. Ed è per tale momento, qualsiasi sia la nostra situazione, manteniamoci fermi ai nostri propositi attuali e riusciremo.

 

Il futuro non è che un'illusione, questa follia circa di preoccuparci del futuro, vuol dire permettere al demonio di conquistare il presente.

Lo scopo della vita spirituale è molto semplice: bisogna essere molto buoni, rispettare la morale e rimanere padroni di noi stessi, in ogni momento, perché preoccuparci di ciò che avverrà al di fuori di tale attimo ?

Oggi in questa conferenza, l'uomo era il tema principale e ne è pure lo scopo, dato che l'uomo è quello che ha più valore in tutto l'universo, bisogna preservarlo, vegliare su di lui e liberarlo da se stesso, L'unico modo per poterlo preservarlo è di costruire una personalità potente e positiva, trasformando l'inconscio.

 

Versetto 3 tada-qualche volta – drashush - la coscienza del saggio, avastanam - giace svarupe- nella sua propria forma.

 

Abbiamo visto che la parola "yoga" sta a significare il mezzo per raggiungere lo scopo e lo scopo è esso stesso: la riunione di tutte le fluttuazioni di ogni cambiamento del materiale, del chitta , la realizzazione dell'unità e dell'identità con l'Essenza, la Conoscenza, la Realtà Eterna e la Felicità del Purusha.

Quando, grazie alla pratica dello yoga, si raggiunge ogni fluttuazione e cambiamento, la coscienza individuale non si preoccupa più del tempo, lo spazio e la casualità, esso rimane (avastanam) nel suo stato reale (svarupe) di pura Coscienza e di Pura Esistenza.