Swami Veetamohananda
Lo sviluppo personale
La vita è una immensa e
inesauribile corrente di forza,
coscienza e gioia. Ogni essere vivente ne è un parte
integrale.
Il microcosmo, l’essere individuale e il macrocosmo,
l’Essere Universale, hanno la stessa struttura e sono in contatto dinamico
l’uno con l’altro.
Il nutrimento per una buona salute, la forza per lavorare,
la conoscenza per la mente e la felicità dell’anima, tutto questo si trova nella corrente della Vita Universale.
Più ci apriamo alla vita divina, più diventiamo ricchi,
grandi, felici.
E tuttavia, milioni di
persone vivono in cattiva salute, a corto di denaro, impotenti, impauriti e
infelici..
“Acqua, acqua da tutte le parti, e tutto il bosco si
ritraeva, acqua, acqua da tutte le parti e non una goccia ne beveva” Così cantava Coleridge.
Benché viva nell’abbondanza e nella pianezza della vita moderna,
l’uomo si ritrova vuoto e insoddisfatto. Isolato dalla corrente della vita è incapace di aprirvisi completamente.
Perché l’uomo si allontana dalla vita cosmica? Tuttavia nessun muro esteriore lo separa, nessun ostacolo esterno gli blocca il cammino.
La sorgente di tutte le sue sofferenze, le sue difficoltà e i suoi dispiaceri
sono interiori.
Il muro che separa l’individuo dalla Vita cosmica è all’interno
di se stesso, è il suo egoismo.
Sri Ramakrishna non ha
smesso di ripeterlo, è l’egoismo che crea l’alienazione.
Il mondo non ci incatena quanto
noi pensiamo, spesso a torto, noi siamo incatenati, soffocati dal nostro ego.
L’egoismo è di due specie quello che soccombere e quello
che vince. La persona che fallisce in tutti campi sviluppa un egoismo di tipo
perdente. Accusa Dio e gli altri della sua sfortuna. Si aggrappa alle sue
sofferenze invece di tentare di liberarsene. Egli pensa, e si sbaglia, che il
mondo gli debba qualcosa e che gli altri abbiano il
dovere di renderlo felice. Egli si taglia fuori da
solo dalla corrente universale della vita, creandosi un mondo di tenebre, pieno
di risentito, di paura, di lamentele e popolato dalle immagini deformate degli
altri.
Colui che invece ottiene successo nel mondo sviluppa un egoismo di
tipo vincente. Egli non rimprovera niente a Dio, se gli capita di credere in
Lui, o agli altri, egli li utilizza piuttosto a suo profitto, e non accorda
loro nessun merito per i suoi successi. Non cerca di isolari,
ma gli altri lo evitano. E’ aldilà del flusso universale e così se ne trova
tagliato fuori. Il suo mondo personale è costruito sull’ambizione, l’avidità,
la competizione e i tormenti.
Successi e fallimenti sembrano all’inizio essere
differenti, ma finché perdura l’egoismo, il risultato finale è identico:
insoddisfazione e scoraggiamento.
L’egoismo non è una semplice ignoranza: E’ una forma di
reazione dell’individuo alle condizioni del mondo
esteriore. Tuttavia quello che all’inizio non era che un comportamento istintivo di conservazione, diventa progressivamente una
resistenza inconscia alla bontà fondamentale della vita.
L’ego di tipo perdente si oppone al successo e alla
prosperità. L’ego di tipo vincente si oppone al fallimento e alla sfortuna. E’ questa resistenza egoista alla Vita Universale che si manifesta sotto forma di
stress. I conflitti, la malinconia, le nevrosi e le malattie psicosomatiche
sono tutti prodotti dallo stress. Volgersi alla vita spirituale e farne un
dovere religioso, non risolve il problema. Infatti, quando un egoista pratica il japa e la meditazione,
questo può intensificare la sua resistenza inconscia alla Vita Universale e
rendergli la vita ancora più difficile.
L’egoismo non può essere vinto che da una forza superiore
all’ego. L’impulso deve provenire da una sorgente elevata che può essere il Dio
personale o il proprio Sé Superiore. Benedetti coloro che incontrano “l’Anima
illuminata” che sopprimerà il loro egoismo con una chirurgia spirituale.
Alcuni aspiranti fortunati raggiungono la trascendenza
dell’ego con un risveglio spontaneo dell’Anima. Altri ci riescono con intense
preghiere. Il alcuni, lo stress della vita aumenta
fino al punto di rottura e quando il guscio dell’ego scoppia, si ritrovano
all’improvviso di fronte alla Vita Universale. Molti hanno bisogno di esperienze dolorose come un incidete d’auto, una malattia
grave, il tradimento di un amico o una crisi finanziaria per spezzare il loro
ego in frantumi.
Tuttavia i cambiamenti così subitanei sono rari.
Per la maggior parte la trascendenza dell’ego è un lungo
processo di distacco e il solo modo di arrivarci è di mettere il proprio ego al
servizio degli altri con un lavoro disinteressato. Così. l’ego
sarà gradualmente rieducato e armonizzato con la Vita Universale. Ecco il primo
passo nella vita spirituale.
La personalità umana ha una struttura complessa.
Le scritture vedantiche la
descrivono formata da cinque involucri. Questi involucri non sono paragonabili
a delle scatole vuote o ai muri di un edificio. Ognuno è colmo di coscienza, è
un “sé”, un’anima in se stesso. Ognuno ha la sua propria vita e le sue proprie leggi di sviluppo, è dipendente da un Universo
corrispondente. Il nutrimento dell’anima annamaya(il corpo fisico) proviene dall’Universo fisico. L’energia psichica
dell’anima – pranamaya proviene dal Prana
cosmico.
La conoscenza dell’anima – manomaya proviene dallo Spirito cosmico. La coscienza del sé individuale conosciuto come
l’anima – vynanamaya è un riflesso del Sé Supremo.
La beatitudine dell’anima – anandamaya
deriva dalla beatitudine di Brahman.
Ognuna di queste cinque guaine può funzionare correttamente
se si apre completamente al suo livello corrispondente della Vita Universale e
se rinnova incessantemente questo contatto. Quando questo processo di sviluppo fa difetto, l’anima è tagliata via dalla Vita
universale e non si sviluppa. E’ ciò che
succede, quando conduciamo una vita d’ignoranza e di inconsapevolezza.
Per giungere allo sviluppo completo, allo sbocciare integrale dell’intera
personalità, ogni anima deve aprirsi alla Vita universale.
Perciò, è necessario penetrare all’interno di ciascuna di queste
per comprendere il suo modo di funzionare, di sopprimer i suoi difetti,
purificarla, sviluppare i suoi poteri e aprirla pienamente alla Vita
universale.
Come è possibile fare tutto questo?
Penetrare all’interno di un’anima e aprirla non è,
beninteso, un atto fisico.
E’ aumentando la nostra consapevolezza che potremo farlo. Perciò noi dobbiamo iniziare con lo scoprire il centro della
nostra coscienza, il punto dal quale l’Atman, il Sé, si manifesta, il punto di
contatto tra il Sé individuale e il Sé Supremo, il Paramatman.
Questo centro è il dhi o intelligenza
superiore, chiamata anche il cuore spirituale.
E l’entrata comune, il vestibolo che dà accesso a tutte le
anime. Una volta aperta la porta interiore, una volta risvegliatoli centro
spirituale, il passo successivo consiste nello sviluppare la coscienza
superiore all’interno di tutte le anime.
Ciò si ottiene con la meditazione. Gli antichi Saggi hanno
sviluppato delle forme superiori di meditazione, attraverso cui ottenevamo una comprensione profonda della Natura reale
dell’uomo e del mondo. Con l’aiuto di queste tecniche, noi possiamo dirigere la
luce dell’Atman negli angoli più riposti di ogni
anima e così purificarli e aprirli alla Vita Universale.
Quando l’ego è trasceso e le
differenti parti della personalità sono state condotte sotto il controllo del
Sé e aperta alla Vita Universale, la vita intera diventa una giocosa
partecipazione alla creatività evolutiva del Divino. Questa partecipazione alla
vita divina, grazie a una coscienza superiore, è
chiamata il sacrificio. In questo l’uomo trova il suo posto in seno all’armonia
cosmica. Comprende che la vita non è senza senso, vuota o illusoria, ma che evolve verso alti livelli di coscienza, verso la libertà e
al beatitudine. Il sacrificio accelera questo processo trasformando la
coscienza e permettendo all’uomo di partecipare pienamente a questo progresso.
E’ bene far notare qui che l’intento del sacrifico non è di permettere di condurre una vita sociale felice e ben adattata sul
principio “io do, io prendo”.
Per riuscire a vivere in questo modo, è sufficiente un
pieno adattamento di abilità o la sottomissione del
proprio ego a una persona o a un gruppo dominante nella società. Il sacrificio,
invece, è fondamentalmente una disciplina spirituale e il suo obiettivo
principale è la trasformazione della coscienza umana.
L’armonia e la pace che procura, sono l’effetto e il
risultato dello stato di coscienza superiore a cui conduce.
Il sacrificio ha due dimensioni, una verticale e una orizzontale. Da un lato conduce a livelli di coscienza
sempre più elevati, dall’altro ad un’armonia con la Vita Universale sempre più grande.
Anche a un livello inferiore, è un processo cosciente
e contrallato che lo differenzia dalla deriva
inconsapevole e impulsiva della vita ordinaria.
Prima di proseguire, vediamo qual è il posto del sacrificio
nella vita spirituale e ciò che lo distingue dalle altre discipline.
La ricerca dell’Assoluto può farsi in due sensi, quello
della negazione e quello dell’affermazione. Nella via negativa, chiamata nel
Vedanta “neti-neti” (non questo, non quello)
il mondo è considerata come irreale e dunque cattivo;
il principale sforzo spirituale consiste nel fuggirlo. Il Buddismo e l’Advaita
Vedanta sostengono questa via.
Nella via affermativa chiamata nel Vedanta “iti-iti” (questo e quello) il mondo è considerato
come reale, è un aiuto nella ricerca spirituale. Qui l’obiettivo principale è
incontrare la realtà attraverso la prospettiva del mondo.
Questo incontro può prendere tre forme:
- Il primo incontro, tra la Persona Suprema e la Natura, è
un tentativo di liberazione del Sé dall’influenza della Natura attraverso la sua comprensione e la sua conquista. E’ ciò che impariamo nello Yoga di Patanjali.
- Nella seconda forma, l’incontro tra l’anima individuale e
il Dio personale, il mondo è considerato come il terreno di gioco del Dio
personale e la vita come il suo gioco eterno. Il male e il dispiacere non sono che un aspetto di questo gioco divino.
- Nella terza forma, l’incontro tra lo spirito individuale
e lo Spirito Supremo, il mondo e tutto ciò che lo compone, è considerato come
manifestazione del dinamismo e della gloria dello Spirito impersonale che tutto
penetra.
La vita è un sacrificio divino, uno scambio costante tra
l’individuo e il Cosmo. Il male e la sofferenza sono manifestazioni inferiori e
imperfette del potere divino, la cui causa è la nostra partecipazione
incompleta al sacrificio divino.
Il sacrificio si distingue dalle altre discipline per la
sua dea di base, che è realizzare la Suprema armonia partecipando all’azione di
Dio nel mondo. Questa Suprema Armonia è “Ritam” o anche, come la chiamava Ramakrishna “Bhava-mukta”.
E’ il punto d’incontro tra
Dio e il mondo, tra il noumeno e il fenomeno, tra l’assoluto e il relativo, tra
il permanente e l’impermanente. Questa esperienza integrale è la conoscenza più
fine e più perfetta dl realtà. Da questa hanno termine tutte le opposizioni come il bene e il male, la fortuna e la sfortuna, lo sforzo
personale e la grazia divina, ecc. Con essa si comprende come la realtà unica,
può apparire di volta in volta impersonale e personale, senza forma e con
forma, immanente e trascendente.
Questa esperienza integrale non si ottiene fuggendo il
mondo, ma armonizzandosi con una comprensione corretta; non si ottiene con la
sola meditazione ma con l’unione dell’azione e della meditazione, non si
ottiene con la sola conoscenza, ma anche con l’amore per tutto e per tutti, manifestazioni del Divino, non si ottiene con la
ricerca solamente della propria salute, ma anche con la liberazione di tutti.
Ecco ciò che si vuol dire realmente con la parola sacrificio.
E’ vivere in Dio, di Dio, per Dio, e divenire un canale
aperto per il Divino.
La vita umana è un canale per il flusso del potere divino.
Il ruolo del sacrificio è di tenere questo canale aperto purificando e
sopprimendo gli ostacoli. A prima vista, Dio sembra situarsi all’altro capo del
canale come l’obiettivo dei nostri sforzi, godendo del nostro sacrificio. Man mano che avanziamo comprendiamo che Egli è anche il
punto di partenza, l’eterno donatore, in effetti il
solo, essendo tutti gli altri solo dei distributori. La Gita lo dice, Dio è il “primo motore all’origine di ogni azione dall’inizio dei tempi”. Tutto viene da Dio e
tutto ritorna a Dio attraverso noi.
Quando avremo realizzato questo, la differenza tra il sacro e il
profano sparirà. Considereremo le nostre attività sia come dono venuto da Dio,
sia come dono fatto a Dio.
La vita di ognuno di noi,
non è nient’altro che un bilancio in rapporto a Dio. Guardate la nostra
vita, esaminiamola con cura e vedete quanto avete ricevuto da Dio e quanto gli
avete restituito.
Nella nostra vita profana, ci prendiamo grande
cura di fare i conti delle nostre rendite e delle nostre spese o ancora come li
chiamiamo i commercianti dei crediti e dei debiti. Ma non estendiamo che
raramente, questa abitudine al nostro comportamento e
alle nostre esperienze.
Ascoltare è un credito, parlare un debito.
Essere amati è un debito, amare un credito
Essere odiati è un credito, odiare un debito
La salute è un credito, la malattia un
debito
La purezza è un credito, il peccato un
debito.
Tutte le specie di credito non sono forzatamente benefiche,
come ogni specie di debito non è necessariamente nefasto.
Se facciamo, giorno dopo giorno, tali conti, comprendendo che
tutto viene dalla vita Universale e vi ritorna, la nostra vita ordinaria
diventerà un sacrificio e la nostra vita profana si trasformerà in vita
spirituale.
Chi sa, che tutto appartiene
a Dio, pone uno sguardo attento su ciò che riceve dalla Vita Universale e sul
modo in cui lo utilizza. Prende solo ciò che è.
L’evoluzione è basata sulla
legge del sacrificio. Al livello inferiore, è la lotta per l’esistenza in cui
solo i migliori sopravvivranno, mentre gli altri saranno eliminati. Allo stesso
modo al livello superiore, nella lotta per la coscienza, solo gli aspiranti
spirituali più qualificati realizzeranno la realtà Ultima e otterranno la
liberazione, mentre i meno capaci continueranno a muoversi lungo una spirale
evolutiva. Gli animali che sopravvivono sono quelli meglio adattati al loro
ambiente, i migliori aspiranti sono quelli meglio adattati alla Vita
Universale, quelli cha hanno trasformato la loro intera vita in sacrificio.
Come possiamo accelerare il nostro progresso evolutivo? Tutto ciò che dobbiamo fare, è di
mantenere una aspirazione intensa e di trasformare la
nostra vita in un sacrificio, aprendoci abbandonandoci completamente alle forze
creative della Vita Universale. Solo l’aspirazione ci appartiene, Tutto il
resto è l’azione del Divino. L’evoluzione non è una cosa individuale, è un
movimento cosmico. Tutto il potere necessario alla progressione proviene dalla
Vita Universale. Quando, con degli atti come il sacrificio, noi ci apriamo
completamente ad essa, ciò porta tutti i cambiamenti
di cui abbiamo bisogno e aumenta il nostro slancio evolutivo.
Come possiamo
aprire i nostri cuori alla Vita Universale?
Ecco qualche consiglio
pratico:
-
Pensate, partendo
dal punto di vista delle verità eterne e dei principi di vita e non da quelli
della paura, dell’ignoranza e della superstizione. Non lasciate che gli altri
pensino per voi. Scegliete i vostri pensieri e prendete le vostre decisioni;
-
La vostra mente non è cattiva. Nessuna forza della natura è cattiva. Ciò dipende dal modo in cui utilizzate i poteri della natura. Utilizzate la vostra mente
per benedire, guarire e trasformare le persone attorno a voi;
-
Avete il potere di
scegliere. Scegliete la salute e la felicità. Potete scegliere di essere amichevoli come di essere ostili. Scegliete di essere favorevoli, solidali, gioiosi, amabili e il mondo
vi corrisponderà. E’ il modo migliore di sviluppare una meravigliosa
personalità.
-
Il nostro
subcosciente controlla tutti i processi vitali del vostro corpo e conosce la
risposta a tutti i vostri problemi;
-
Prima di
addormentarvi formulate una domanda precisa al nostro subconscio e dimostrate
così il potere del suo funzionamento miracoloso;
-
La legge di azione e reazione è universale. Il vostro pensiero è
azione, la reazione è la risposta automatica del vostro subcosciente al vostro
pensiero;
-
Ogni frustrazione è dovuta a desideri insoddisfatti. Se date importanza agli
ostacoli, ai ritardi, alle difficoltà, il vostro subcosciente risponderà allo
stesso modo e vi bloccherà ciò che è positivo in voi:
-
Il Principio di
vita scorrerà in voi aritmicamente e armoniosamente, se voi sostenete la vostra
coscienza come abbiamo fatto durante la meditazione guidata:
-
Voi potete
intervenire sul ritmo normale del vostro cuore, dei vostri polmoni e di altri organi quando siete preoccupati, ansiosi o
spaventati. Nutrite il vostro subcosciente di pensieri d’armonia di buona
salute, di pace e di qualità superiori, come durante la nostra meditazione;
-
Tutte le malattie
nascono dalla mente. Nulla appare nel corpo se non c’è un modello mentale
corrispondente. Comprendete che le istruzioni corrette date al subcosciente
guariranno sia la mente sia il corpo;
-
Applicate il potere
di guarigione della preghiera nella vostra vita. Scegliete un progetto un’idea
o una immagine mentale. Unitevi mentalmente con questa idea e se vi resterete fedeli, la vostra preghiera
avrà una risposta;
-
Imparate a pregare
per coloro che amate. Colmate la vostra mente e i vostri pensieri di buona
salute, di vitalità e di perfezione, agendo attraverso lo spirito universale
soggettivo passeremo e rivivranno nella loro mente;
-
Voi siete figli
della vita infinita, riempite la vostra mente di amore
eterno, di pace, d i gioia e di conoscenza e siate trasformati!